12 maggio 2015

Avengers: Age of Ultron

Di avventure degli Avengers ne avrò lette centinaia, anche perché con i fumetti della Marvel ho iniziato presto, ai tempi della Editoriale Corno. In tutti questi anni, a meno che un ciclo narrativo non fosse disegnato male e sceneggiato peggio, mi sono sempre divertito a leggerle, anche se i Vendicatori non raggiungevano mai il livello degli X-Men di Chris Claremont. Con le trasposizioni cinematografiche il mio approccio è il medesimo: se non le trovo fondamentalmente brutte, vedi Hulk di Ang Lee, mi siedo e passo un paio d'ore di puro divertimento. Senza stare ad analizzare troppo. Evitando di pensare che sono fatte di poco, dilatate da dialoghi banali e scene di battaglia viste tante altre volte, facendo finta che l'introspezione dei personaggi non sia ridotta al minimo indispensabile. In sostanza, di Avengers: Age of Ultron è il caso di apprezzarne la superficialità, che lo rende simile alle storie di carta dalle quali deriva. oppure da questo genere di film è lecito aspettarsi qualcosa di più? Non lo so, ma a conti fatti non mi pento di aver speso i soldi del biglietto. Sarà, appunto, che con i supereroi ci sono cresciuto, poi gli effetti speciali sullo schermo sono notevoli.

Poco altro da rilevare. Il tipo alla mia sinistra ha inviato e ricevuto messaggi per tutta la durata del film. Dietro di me, la cara signora ha pensato bene di telefonare all'amica del cuore per farle sapere come stava passando la domenica. Una coppia poco distante: lui totalmente immerso nella visione, lei che ha continuato a parlare fino a quando non si è addormentata, evidentemente sfinita.

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