13 ottobre 2018

Chiudere un cerchio

La "novellizzazione" (video - novel) è un nuovo genere letterario che consiste nel trasformare in un romanzo uno sceneggiato televisivo. Questa operazione, che negli Stati Uniti viene compiuta abitualmente da scrittori di grande fama, è stata tentata anche in Italia da Maria Bellonci, che ha proposto una forma narrativa del film Marco Polo, prodotto dalla RAI e diretto da Giuliano Montaldo.
L'autrice entra nel personaggio di Marco e lo fa parlare in prima persona di tutto ciò che il grande viaggiatore aveva rivelato nel Milione, narrando l'incontro reale e fantastico con l'Oriente estremo, tra i bagliori delle scimitarre e lo splendore delle gemme.
La "novellizzazione" diventa così un vero e proprio romanzo, impugnato con il rigore stilistico e il respiro poetico tipico di Maria Bellonci. Nell'arco della storia ripercorsa sullo schermo, il romanzo scopre l'avventura di un uomo tra gli uomini, che si muove fra i richiami di leggende epiche e le lusinghe di favole umane, in mezzo a una folla colorita di personaggi grandiosi e quotidiani.
Di Marco Polo la scrittrice racconta il meraviglioso viaggio, ma la novità del libro sta soprattutto nella creazione dell'uomo Marco, che affronta ogni vicenda tenendo fede alla sua realtà nativa di veneziano e alla sua realtà acquisita di cittadino del mondo.
( Dal risvolto di copertina di "Marco Polo" - Maria Bellonci. ERI Edizioni 1982 )

"Novellizzazione". D'accordo, ma sulla scia dello sceneggiato televisivo, andato in onda tra la fine del 1982 e l'inizio dell'anno successivo, a Natale avrei voluto ricevere Il Milione. Invece mi fu regalato il Marco Polo della Bellonci da un caro amico di famiglia che evidentemente aveva capito male. Feci di tutto per manifestargli il mio entusiasmo, e ci riuscii bene, ma in cuor mio già sapevo che non lo avrei letto, perché il volume era diretto discendente del film e non mi avrebbe permesso di viaggiare con la fantasia. Insomma, il Marco Polo che avevo in mente non doveva somigliare a Ken Marshall e l'Oriente estremo volevo provare a costruirlo da solo, parola per parola. In effetti non l'ho mai letto e in un paio di occasioni ho anche pensato di liberarmene. Non l'ho fatto perché non potrei mai sbarazzarmi di un regalo e poi volevo molto bene a quella persona. Ma perché ne parlo? Solo perché oggi, ripensando a un desiderio vecchio di trentaquattro anni, mi sono deciso a comprare Il Milione. Non ho nessuna intenzione di leggerlo, volevo solo chiudere un cerchio.

Fermo a quello scalo di Rialto sentivo respirare Venezia. Era un fiato acuto e leggero che veniva da lontanissimo, s'infilava per i canali e portava con sé un invito a lanciarsi verso il largo. Tremavo tutto per troppa tensione: l'infinito mi veniva incontro come un comando semplice e imperioso. Lo sapevo, non c'erano dubbi: qualunque cosa accadesse, dovevo partire. (Maria Bellonci)  

    

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