28 settembre 2018

Letti di carta

Bella la copertina di Classic Rock. Nevermind è in assoluto uno degli album che ho ascoltato di più in vita mia, così come i Nirvana rappresentano la mia ultima, vera passione musicale. Ho comprato Classic Rock anche per Roger Waters, mi incuriosiva il titolo dell'articolo a lui dedicato: La rinascita. Rinascita? Lì per lì ho pensato di aver letto male, visto che sono quarant'anni che porta in giro The Wall. Invece no, si parlava dell'album Amused To Death, risalente al 1992. Disco molto bello, ripensandoci, ma lo ascoltai pochissimo all'epoca della sua uscita. Volendo quantificare, più di Radio Kaos e meno di The Pros and Cons of Hitch Hiking. Dalla rivista spuntano fuori anche i Soundgarden, Bob Dylan, Keith Moon, Slash, mille altri. Tanti classici in ordine sparso, ma questi ripassi mi interessano sempre meno. Non lo so perché.

 Veloce la vita di Sylvie Schenk l'ho acquistato un paio di giorni fa, affascinato dal titolo e da quanto letto sul sito di Keller Editore.

"In una Lione degli anni Cinquanta che non ha ancora dimenticato i drammi dell’occupazione, arriva Louise che ha lasciato le Alpi francesi e un ambiente famigliare oppressivo. Per lei tutto è nuovo: la vita di una grande città, le avventure, l’amore… 
Conosce Henri, pianista jazz molto dotato che non riesce ad accettare l’uccisione dei genitori e vive in un’antica casa con una biblioteca ormai vuota perché depredata dai nazisti, e quindi Johann, un ragazzo tedesco, con il quale è amore. 
Per lui, Louise lascerà la Francia, si opporrà alla famiglia e sceglierà un nuovo Paese e nuove relazioni, imparerà una nuova lingua… Resta solo un tarlo: quello che Henri le ha svelato in un misto di rabbia e confidenza prima della sua partenza. Le persone da cui andrà forse non sono così innocenti.
Veloce la vita è un romanzo dalle molteplici letture e scritto in modo incantevole. È la bellissima storia di una donna, della sua indipendenza, della sua forza, delle sue scelte e dell’amore, dei ponti tra le lingue, dei libri letti, dei sogni, delle ombre e delle colpe che ci portiamo dietro – a volte anche quelle di cui non siamo responsabili – della drammatica velocità con cui passa il tempo e con cui anche la vita più piena, alla fine, si consuma."

Molto interessante, davvero. Ho iniziato a leggerlo due ore fa.

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