1 luglio 2016

Radici musicali

L'origine della mia grande passione per la musica la faccio risalire all'ascolto di un 33 giri di Elvis Presley, che mia madre pensò bene di regalarmi quando avevo undici anni. Non lo avesse mai fatto, perché avrei passato i decenni successivi a collezionare vinili e cd del Re. Prescindendo dal mio personale Big Bang, c'è da dire che di dischi in casa ne giravano parecchi. Molti di questi, in prevalenza singoli senza copertina, ci venivano regalati da parenti o amici di famiglia. Per come vedevo le cose da ragazzino, c'era evidentemente chi gettava via la musica una volta assimilata. Chi lo sa, magari proprio i 45 giri si prestavano a questo approccio usa e getta.

Ad ogni modo, dalle nostre parti approdava di tutto, dal rock alla musica classica, da quella leggera alla Disco Music passando per il liscio e gli stornelli romani. C'erano poi dischi che richiedeva espressamente mia sorella, più grande di me di circa tre anni, presa da qualche successo del momento. Tra questi posso facilmente individuare Profondo Rosso dei Goblin e Love is Like Oxygen degli Sweet. 

Non avendo voce in capitolo, almeno non quanta avrei desiderato, passavo disinvoltamente da Soul Dracula dei Red Blood a Bellissima di Adriano Celentano, da Daddy Cool dei Boney M a Sir Duke di Stevie Wonder, da Children of the Revolution dei T-Rex a Sandokan degli Oliver Onions. Credo che la mia propensione ad ascoltare di tutto senza pregiudizi derivi proprio dai miei onnivori inizi musicali.

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