27 maggio 2020

Le critiche ai tempi di Bob Robertson

Esterno giorno. Un desolato paese messicano: il suo nome è San Miguel. Un uomo sta raggiungendo lentamente a cavallo le povere abitazioni. Tutt'intorno polvere e miseria... 

Questo libro a cura di Luca Verdone lo trovai su una bancarella di Porta Portese nell'ottobre del 1995, a sedici anni di distanza dalla sua pubblicazione. All'interno trovano posto la sceneggiatura di Per un pugno di dollari, parecchie foto in bianco e nero tratte dal film e un'intervista a Sergio Leone, presumibilmente dello stesso Verdone. Credo di non aver mai letto la sceneggiatura, però mi colpì questo passo dell'intervista.

Che significato hanno per te le critiche? Ti ricordi quelle del '64?

Rispondo ad entrambe le domande con un aneddoto. Una critica all'indomani di Per un pugno di dollari mi toccò molto, perché veniva da un mio "nemico". Era una critica meravigliosa, parlava addirittura di accostamenti a Ford. Io mi sentii davvero toccato, perché quel critico, anni prima, aveva collaborato alla sceneggiatura del Colosso di Rodi e non felicemente. Senza tanti scrupoli gli avevo detto di desistere dalla cosa e lo avevo fatto liquidare economicamente. Quando lessi la sua critica così entusiasta nei miei confronti, presi il telefono e gli dissi: "Touché: sono rimasto toccato dal tuo comportamento leale. Ti ringrazio: sono contento che tu abbia superato i vecchi dissapori". Ed ecco la risposta: "Ma cosa c'entri tu con Per un pugno di dollari?". Allora capii che era l'unico critico che non aveva ancora scoperto che dietro Bob Robertson ci si nascondeva Sergio Leone. Da allora, puntualmente, è stato sempre molto cattivo con i miei film.

Mi sono complimentato con i "nemici" in più di un'occasione, senza lasciarmi condizionare dai vecchi dissapori. Sarà che non ho mai serbato rancore a nessuno, ma non potrei mai esprimere un giudizio fasullo. Invece c'è chi lo fa e si guarda tranquillamente allo specchio.

5 commenti:

  1. Ahahaha, beh, un aneddoto UMANISSIMO.
    Certo la figuraccia è tutta del critico, che poi per antipatia si sarà gradualmente rimangiato la parola... Mamma mia :D

    Moz-

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    1. Già, chissà cosa ne avrà fatto della sua recensione positiva... :)

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  2. "parlava addirittura di accostamenti a Ford"

    Un critico un po' approssimativo: Leone è l'anti-Ford.

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    1. Della Trilogia del dollaro amo particolarmente "Il buono, il brutto, il cattivo". Amo anche Ford, naturalmente!

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  3. Il triello è favoloso, ma pure "Ramon mira al cuore" mica scherza, e il carillon dove lo mettiamo?
    L'epica fordiana, dei Mann, Hathaway, Hawks, Edwards, gli Zinnemann e, in seguito, di Peckinpah, con tutti i valori che sponsorizza, si discosta dalla realtà alla quale Leone probabilmente si è avvicinato, dissacrante. Però certi personaggi, i Ransom Stoddard, i Willy Kane e gli Ethan Edwards, per me meraviglioso, chi se li dimentica più?

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