13 maggio 2020

Breve storia di un recensore ai tempi di "Metal Machine Music"

Quando ascoltai per la prima volta "Metal Machine Music" sapevo più o meno cosa aspettarmi, avendo incrociato l'album su diversi libri e riviste. Tuttavia, più delle critiche negative continuava a suonarmi in testa una vecchia recensione che avevo letto da qualche parte. Cosa aveva scritto quel giornalista? "Opera complessa, che necessita di molteplici ascolti per poter essere assimilata". Si, qualcosa del genere. Ecco, furono proprio quelle parole ad alimentare la smania di ascoltare "Metal Machine Music". Forse perché ero giovane, ma la presi come una sfida: sarei riuscito a venire a capo di quell'opera controversa. Sfortunatamente, per quanto mi diedi da fare non ci fu modo di trovare una copia del doppio vinile (certo non venduto in milioni di esemplari) che di conseguenza rimase qualcosa da immaginare fino a quando non ci pensai più, preso da musica più a portata di mano.

Anni dopo MMM si materializzò a sorpresa sotto forma di cd, su una bancarella di Porta Portese. Acquistai il dischetto che vi mostro nella foto e mi prese nuovamente la smania, al punto che dovetti tornare di corsa a casa. Quindi mi misi comodo, indossai la cuffia e lasciai che quella montagna di suoni distorti mi avvolgesse, oppure mi franasse addosso. Franò. In qualche modo ce la feci, portai a termine l'ascolto facendo a meno della cuffia. Si, scalai quella montagna di feedback contando i passi che mi separavano dalla vetta. Forse lo feci per dare un senso a quanto scritto da quel vecchio recensore, oppure per uniformarmi, con cognizione di causa, a chi aveva definito l'album una schifezza, al limite uno scherzo.

STRICT STEREO SEPARATION. No panning. No phasing. No.

Eppure dopo quella traumatica prima volta ci tornai sopra in varie occasioni, dedicando alla composizione elettronica ascolti più limitati - equivalenti a circa un lato dell'antico LP - ma pur sempre consistenti. Ecco, in un giorno di pioggia e di umore sotto le scarpe "Metal Machine Music" riuscì quasi a conquistarmi. Forse dovrei dire che riuscii quasi ad assimilarlo. Fu un fatto isolato, ma accadde davvero.

10 commenti:

  1. Cara Roberta, dopo avere letto la recensione credo che sia bello!!!
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Caro Tomaso, in realtà non è proprio un bel disco da ascoltare, ma sono contento che la mia recensione ti sia piaciuta. Un grande abbraccio amico mio, buona giornata.

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  2. Allora non è che servissero ascolti ripetuti, ma solo il mood adatto.
    Comunque, strana la confezione del CD, così, di carta.

    Moz-

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    1. No Moz, ho tolto io il libretto dalla custodia per eliminare un fastidioso riflesso!

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  3. Conosco poco Lou Reed ma quando lo ascolto, ed è accaduto casualmente anche ieri mattina, percepisco quanto la sua anima fosse tormentata. Nel mio ascolto mi sono limitata però a sentire le canzoni dove la melodia suona più chiara. Non riesco proprio ad ascoltare canzoni senza una linea melodica definita, quindi presumo che non impazzirei per questo album.

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    1. Personaggio unico, particolarissimo. Questo MMM ovviamente non te lo consiglio...

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  4. Devo provare a recuperarlo e ascoltarlo anch'io in un giorno grigio, di pioggia, di umore pessimo :D Perché, nonostante a me piacciano i dischi particolari, assurdi, questo non mi ha mai conquistato. Anzi, credo di non averlo mai ascoltato per intero...
    Ti seguirò volentieri. Anche perché, da amante della Luna (e di tutto ciò che si trova lassù, intorno a noi), un blog chiamato così non posso farmelo sfuggire :D

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    1. Alla fine penso che Metal Machine sia inascoltabile, anche se quel giorno me lo feci andare più o meno bene.
      Grazie di cuore Guido, è un grande piacere averti qui. Io sono un astrofilo e chiamare il blog Fase lunare mi è sembrato il minimo!

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    2. Grande... sono un appassionato di Astronomia anche io. Da ragazzino passavo ore e ore di notte col mio telescopio (poco più di un cannocchiale) dal balcone di casa, col freddo o col caldo (diciamo fresco, visto il mio paese d'origine), non aveva importanza. Adesso vivo in città... e potrai ben capire perché quel piccolo telescopio è rimasto lì nella casa dei miei. Che bei ricordi! Ma la passione per fortuna è rimasta!

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    3. Più o meno il mio stesso percorso, solo che ho sempre vissuto a Roma. Però nella mia precedente abitazione portavo il telescopio in balcone e passavo la notte a scandagliare lo spazio profondo, da quella attuale risulta difficile anche solo osservare la Luna in modo decente. Quindi il telescopio fa bella mostra di sé in casa, aspettando tempi migliori!

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