19 maggio 2020

307 meteore

- Sono a un passo dalla vetta. Adesso non c'è fretta, mi fermo a guardarla mentre il respiro si stabilizza. Posso toccarla, vero?
- Certo, ma solo per un istante, mi raccomando. Dietro di te c'è già tanta gente e poi, lo dico per te, il viaggio di ritorno sarà lungo.

Sei giovane e dotato di talento, oppure non sei più tanto giovane ma le qualità non ti mancano. Fatto sta che fai un sacco di strada e arrivi davanti ai cancelli della serie A. Un sogno che si avvera. Non è mica finita. Una domenica pomeriggio le cose si mettono bene, il mister ti fa un cenno e tu entri in campo. Si, giochi coi campioni, passi loro la palla, magari servi un assist e quelli infilano la palla in rete. Il bello è che i campioni fanno lo stesso con te, in quei momenti sei uno di loro. Peccato che quello scampolo di partita si rivelerà la tua unica incursione nella massima serie, da domani inizierà la discesa. Magari riuscirai a ritagliarti uno spazio dignitoso nel mondo del calcio, ma non sarà la stessa cosa. Come potrebbe? Ormai il sogno è andato.

Un po' scontato questo post, mi rendo conto. E poi il mancato inserimento in serie A non corrisponde necessariamente al fallimento nella vita. Ci mancherebbe. Però non posso fare a meno di risultare banale, le meteore mi mettono addosso una tristezza infinita. Non è solo per il calcio, per la musica o per altri campi prestigiosi. Una meteora equivale al passaggio non replicabile, alla mancata possibilità di riprovarci. Come dovrei sentirmi?

Roberto Condio
Ho giocato in serie A [Una volta sola]
Ultra Sport - 2015

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