21 maggio 2020

Il gioco dei Queen

I Queen sono un ottimo e funzionale esempio per verificare la teoria del vuoto in campo rock: questa dice che quando una grossa attrazione passa un periodo di inattività, lo spazio lasciato libero viene occupato da qualche sostituto, di solito di minor talento. Nel '73 - '74 i Led Zeppelin e David Bowie stettero per lungo tempo lontani dalle scene inglesi e di questo vuoto se ne avvantaggiarono due gruppi (interessante notare che erano della stessa casa discografica). I Cock-ney Rebel imitarono Bowie, mentre i Queen fecero chiaramente un passo in più: il loro suono era molto simile a quello dei Led Zeppelin un po' copiati, ma l'immagine andava nel campo del glam-rock grazie agli atteggiamenti androgini del cantante Freddie Mercury [nel testo originale Freddy]. Naturalmente il gruppo ha sempre negato, allora come oggi, una simile manovra a sangue freddo, ma i loro inizi ebbero tutte le caratteristiche di un'operazione ben studiata (per non parlare della massiccia campagna promozionale).

Con queste parole si apriva la scheda dedicata ai Queen nell'Enciclopedia del Rock che mi feci regalare da mia sorella. Si trattò di un regalo fortemente voluto, perché desideravo conoscere il rock in tutte le sue molteplici sfaccettature e volevo anche sbrigarmi. Allora il volume in questione divenne la mia lettura quotidiana per un periodo lunghissimo. Su quelle pagine mi feci le ossa, però mi spinsi troppo al largo. Tanti artisti imparai ad apprezzarli, o a detestarli, ancora prima di averli ascoltati e in seguito dovetti ricredermi su un numero incredibile di nomi che avevo frettolosamente etichettato.

Ricordo che le parole riservate al celebre gruppo nel libro (scritto da Nick Logan e Bob Woffinden) mi stupirono non poco. I pochi brani che conoscevo non mi facevano così schifo, e poi la percezione adolescenziale che avevo dei Queen me li faceva assimilare ai grandi nomi che avevano fatto la storia della musica. Va detto che l'enciclopedia era inchiodata al 1975 e dintorni e che proseguendo nella lettura della scheda le critiche negative andavano via via stemperandosi. In ogni caso non mi feci impressionare e quando potei permettermelo acquistai tutti i vinili dei Queen, il primo dei quali fu News of the World, quello che contiene We Are The Champions e We Will Rock You. È anche l'unico del gruppo rintracciabile nella mia attuale collezione di dischi. Lo conservai per questioni affettive, mentre gli altri li passai in blocco a un caro amico che di punto in bianco si era innamorato della band. Stesso percorso per i CD, che ad un certo punto comprai per sostituire i vecchi LP dati via: li regalai tutti a una ragazza tranne The Game.

Tra me e i Queen non è mai scoccata la scintilla. Nemmeno quando Freddie ci lasciò trasformandosi definitivamente in un artista leggendario. Questione di gusti musicali, immagino. Non ho assolutamente nulla contro Mercury e compagni e mi piacciono un buon numero di canzoni del gruppo, ma per il resto ho fatto tranquillamente a meno di quegli stessi album che avevo comprato. L'eccezione a questa regola è data dal citato The Game.

Il disco fu pubblicato nel 1980, dopo che il doppio dal vivo Live Killers aveva chiuso la prima fase dei Queen, di conseguenza al suo interno sono presenti i problemi correlati a un cambiamento inevitabile dato dallo scorrere del tempo. Eloquente in questo senso la copertina dell'album, che un giornalista di allora definì, lo ricordo bene, la più forzata che avesse mai visto.

Senza scendere nei particolari, evitando con cura di analizzare uno ad uno i brani in esso contenuti - perché questa non vuole essere una recensione - The Game sintetizza quanto mi aspetto (spesso e volentieri) da un disco: dubbi, errori, impennate d'orgoglio e sprazzi di classe. Nuda umanità priva di orpelli, insomma. Per questo motivo è ancora con me.

[Al momento di pubblicare il post non è stato possibile ritrovare la mia copia di The Game. Alla fine ho utilizzato un'immagine "libera" di Freddie Mercury, presa dal sito Pixabay] 

6 commenti:

  1. Caro Roberto, quel gruppo mi ha dato una grande soddisfazione, io ho potuto stringere la mano ad ognuno di loro...
    Già è una storia lunga ma è la verità.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Carissimo Tomaso, seguendo il tuo blog da anni mi ricordo di quando hai raccontato quella giornata speciale, e ricordo anche le foto! Un grande abbraccio, buona giornata.

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  2. "Tra me e i Queen non è mai scoccata la scintilla."

    Idem.

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  3. Mi concentro sulle parole dell'enciclopedia.
    Innanzitutto molto interessante la teoria dello spazio vuoto.
    Ma poi, anche quella sorta di "accusa" di marketing.
    Che... probabilmente c0'è stata. Artisti si diventa.

    Moz-

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    1. Certo che c'è stata. Si deve vendere il prodotto.

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